mercoledì 29 aprile 2015

Boswellia

BOSWELLIA, PIANTA CHE CURA


Funzionalità articolare - Contrasta gli stati di tensione localizzati - Antinfiammatorio - Antiallergico - Azione diretta sull'intestino - Previene tumori.


Gli acidi boswellici, componenti attivi della Boswellia serrata, conosciuta anche come “Frankincense” o pianta dell’incenso, esplicano una forte azione antinfiammatoria. E' una resina originaria delle regioni subtropicali dell'Africa e dell'Arabia Saudita. In fitoterapia viene usato un estratto secco titolato in acidi boswellici al 65%.
Gli estratti di Boswellia sono potenti inibitori della sintesi dei leucotrieni, essendo inibitori specifici della 5-lipossigenasi. In particolare, agendo sulla 5-lipossigenasi con meccanismo diretto, non ossido-riduttivo e non competitivo gli acidi boswelici rappresentano l’unico composto ad oggi noto che agisca come regolatore allosterico dell’enzima.
Esperimenti in vitro hanno infatti evidenziato che inibiscono in maniera dose-dipendente la sintesi dei prodotti dell’enzima 5-lipossigenasi, quali l’acido 5-idrossieicosatetrenoico (5-HETE) e il leucotriene B4 (LTB4), responsabili della broncocostrizione, stimolazione della chemotassi ed incremento della permeabilità vascolare con conseguente formazione di edemi.
E’ stato inoltre osservato che gli acidi boswellici svolgono un’azione inibitoria nei confronti dell’elastasi leucocitaria umana (HLE), enzima in grado di stimolare la produzione di muco a livello dell’apparato respiratorio. Tale enzima sembra giocare un ruolo importante in patologie quali la fibrosi cistica polmonare, bronchite cronica e la cosiddetta “acute respiratory distress sindrome”.
Alcuni esperimenti in vitro hanno dimostrato che gli estratti di Boswellia, inibendo specificatamente ed in maniera dose-dipendente la sintesi di composti proinfiammatori come 5-HETE e LTB4 e di HLE, possono essere impiegati nel trattamento di patologie respiratorie caratterizzate da broncocostrizione, quali asma bronchiale, fibrosi cistica, bronchite cronica ed enfisema polmonare.
E' stato fatto uno studio clinico su 40 pazienti di entrambi i sessi con asma bronchiale, cui venivano somministrati per bocca 900 mg al giorno di estratto secco di Boswellia titolato al 65 % in acidi boswellici e un placebo per un periodo di 6 settimane. Nel gruppo trattato con Boswellia vi è stato un miglioramento clinicamente evidente, confermato anche dal miglioramento di una serie di esami, nel 70% dei soggetti, mentre nel gruppo di controllo i risultati positivi si avevano solo nel 20% dei soggetti.
L’impiego di acidi boswellici in patologie infiammatorie non produce gli effetti collaterali gastrolesivi tipici dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), poiché non agiscono sulla sintesi delle prostaglandine catalizzata dall’enzima ciclossigenasi.
Gli Acidi Boswellici, oltre ad esercitare un’azione antinfiammatoria non gastrolesiva grazie all’inibizione dell’enzima 5-lipossigenasi, sono attivi nel trattamento di diverse patologie.
Nella colite ulcerosa i leucotrieni giocano un ruolo importante a livello intestinale mantenendo attivo il processo infiammatorio.
Azione sull'intestino: è stato fatto uno studio clinico su pazienti con retto
colite ulcerosa ai quali veniva somministrata per bocca una dose di 350mg due volte al di' di estratto secco di Boswellia titolato al 65% in acidi boswellici per 6 settimane. La valutazione era fatta su una serie di esami eseguiti sia prima della terapia sia al termine della stessa.
Un gruppo di pazienti con la stessa patologia che riceveva per bocca 1g al giorno di sulfalazina serviva come controllo. Al termine della sperimentazione il miglioramento dei parametri esaminati era in media dell'82% con la Boswellia e del 70 % con la sulfalazina. Inoltre la Boswellia non presenta nessuno effetto collaterale tipico dei farmaci.
Recentemente ulteriori studi hanno confermato l’efficacia di estratti di Boswellia serrata, sulla remissione dei sintomi in tale patologia.
E’ stato dimostrato che diversi metaboliti dell’acido arachidonico, come ad esempio 5-HETE, favoriscono la crescita in vitro di alcune linee cellulari tumorali, quali la leucemia mieloide cronica, il melanoma, altri tipi di leucemie, di meningiomi e di gliomi maligni. Alcuni studi in vivo hanno mostrato la capacità di vari inibitori della 5-lipossigenasi di impedire la crescita tumorale mediante induzione dell’apoptosi cellulare.
Essendo gli acidi boswellici degli inibitori selettivi di questo enzima, queste osservazioni supportano il loro possibile impiego antitumorale.


Benessere Totale,
Dr Fabrizio Marrone

Benessere Totale

LE STRADE CHE PORTANO AL BENESSERE TOTALE


1) Potenziare il sistema immunitario
2) Diminuire la tossicità
3) Normalizzare la funzione infiammatoria...
4) Ottimizzare la funzione metabolica
5) Equilibrare i sistemi di regolazione ormonale
6) Favorire la rigenerazione
7) Vivere in armonia con la forza vitale e spirituale



Ognuno di noi è il miglior medico di se stesso, si tratta solo di imparare a mettere in pratica quel che sappiamo. Capendo come funziona il nostro corpo e imparando ad ascoltare i sintomi possiamo migliorare radicalmente le nostre condizioni di salute e, quando ci ammaliamo, possiamo utilizzare terapie naturali e metodi di autocura per ritrovarla. Prendendo personalmente il controllo sulla nostra salute possiamo appoggiarci agli operatori della medicina ufficiale come consulenti, anziché affidare loro ciecamente il nostro corpo.
Potenziando i meccanismi di mantenimento della salute possiamo aumentare la nostra resistenza e metterci in condizioni di vivere e muoverci meglio in un ambiente sempre piu' stressante.
I due apparati organici piu' importanti sono il sistema immunitario e quello di detossicazione ed è di come mantenere attivo o rendere piu' reattivo il sistema immunitario e di come assicurarsi l'eliminazione piu' rapida ed efficace possibile delle tossine . Quando un sistema si squilibra, per ripristinare le funzioni ci vuole un controllo attento e rigoroso. Il corpo ha una capacita' considerevole di guarire se stesso.
Principio 1 : Fa che il cibo sia la tua medicina
Principio 2: Ricorda e credi nel potere curativo della natura
Principio 3 : Identificare e curare la causa della malattia non i sintomi


Benessere Totale,
Dr Fabrizio Marrone

Parkinson

MANTENERE LA FUNZIONALITA' MENTALE E NEUROLOGICA NELLA MALATTIA DI PARKINSON


MUKUNA PRURIENS- TRIBULUS TERRESTRIS- GINKGO BILOBA

In medicina Ayurvedica la carenza di dopamina è responsabile della perdita di controllo dei movimenti del corpo. La forma naturale sarebbe tollerata meglio di quella sintetica. L’aumento della dopamina cerebrale favorisce il recupero degli impulsi e diminuisce quindi la rigidità muscolare e i tremiti. È stata a lungo utilizzata la Mukuna come afrodisiaco e soprattutto contro i disturbi erettili, e questo può essere spiegato dall’aumento del tasso di ormoni steroidei. La medicina Ayurvedica è il sistema medico tradizionale più antico del mondo ed è il solo fondato su principi scientifici. Il primo impiego dell'erba mukuna in medicina ayurvedica risale a più di 4500 anni. Infatti, mukuna pruriens ha certamente un profilo biochimico affascinante e contiene una multitudine di principi attivi interessanti. Tra gli altri impieghi in medicina ayurvedica: ristabilire la libido ad un livello soddisfacente (combinato al tribulus terrestris) accrescendo il livello di testosterone, nei casi di sterilità maschile e femminile(accresce degli spermatozoi e favorisce l’ovulazione), per migliorare la vivacità di spirito, il coordinamento motorio e lottare contro le apatie. In uno studio sul morbo di Parkinson, a parità di principio attivo, un’estratto di mucuna pruriens si è rivelato da 2 a 3 volte superiore alla L-dopa sintetica, suggerendo che è il profilo biochimico globale dell’erba, e non solo il principio attivo, ad accrescere la sua efficacia sui sintomi della malattia. Altri studi hanno evidenziato che i benefici neurologici si ottengono con una ottima tolleranza ed una quasi assenza di effetti secondari, contrariamente a ciò che capita con la l-dopa di sintesi. La somministrazione concomitante di un estratto di erba tribulus terrestris è tale da accrescere la quantità di L-dopa che raggiunge il cervello (il tribulus contiene un inibitore della monoamminossidasi , un’ enzima che degrada la dopamina).
Molti studi dimostrano che l'estratto di Ginkgo biloba aumenta notevolmente l'afflusso di sangue al cervello, con conseguente regressione dell'insufficienza vascolare cerebrale che spesso si riscontra negli anziani. Inoltre il suo effetto antiaggregante offre un ulteriore protezione contro la trombosi, una delle principali cause di ictus. Di particolare interesse è la capacità dell'estratto secco di ginkgo biloba di normalizzare la circolazione nell'ippocampo e nel corpo striato, le due aree del cervello piu' soggette a trombosi. Piu' specificamente il ginkgo migliora la respirazione mitocondriale, diminuisce l'edema cerebrale, migliora la funzionalita' delle membrane cellulari, stabilizza le membrane lisosomiali in maniera che non rilascino gli enzimi digestivi che distruggono le cellule durante l'ipossia e inibisce l'azione di enzimi eventualmente rilasciati dai lisosomi. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che l'uso combinato di ginkgo biloba con levodopa è consigliabile per il trattamento del morbo di Parkinson e puo' essere migliore dell'uso della sola levodopa.
E' dimostrato che il Ginkgo migliora le prestazioni mentali degli anziani e il senso dell'equilibrio, la memoria a breve termine, le vertigini, le cefalee, gli acufeni,
la mancanza di attenzione, e la depressione.
Essendo un antiaggregante piastrinico attenzione se si utilizzano farmaci anticoagulanti.

Benessere Totale,
Dr Fabrizio Marrone

mercoledì 8 aprile 2015

La Melatonina

La Melatonina è una molecola naturale prodotta dalla ghiandola pineale (epifisi), allocata nell'encefalo, a forma di pigna 5/9 millimetri di altezza. E' una molecola antichissima, la sua evoluzione risale a 3 miliardi di anni fa. E' presente in qualsiasi organismo animale o vegetale, nella stessa struttura molecolare e regola il ritmo circadiano (l'alternarsi del giorno e della notte inducono variazioni dei parametri vitali). La sua funzione principale è quella di regolare la presenza degli altri ormoni (cortisolo, Gh, testosterone, ecc.) rendendo possibile il fenomeno della riparazione tessutale del nostro corpo.
La Melatonina accompagna il nostro sonno nella fase REM, quello profondo, inibisce il cortisolo ormone dello stress e stimola la produzione dell'ormone Gh e del testosterone. Senza tale azione il nostro corpo perderebbe la sua funzione di riparazione, compresa quella cellulare e del Dna che subisce 10.000 insulti al giorno, da parte dei "radicali liberi ".
La Melatonina infatti è un potente antiossidante con azione scavenger (pulizia) nei confronti dei radicali liberi, piu' efficace della vitamina C, E, e del Beta-carotene. La sua azione protettiva è rivolta alle membrane cellulari, alle lipoproteine LDL contro l'ossidazione alle cellule dell'endotelio arterioso, ai neuroni celebrali contro l'ischemia.
La Melatonina è utilizzata per migliorare i sintomi della menopausa. Difatti in associazione con il progesterone, o soia, o trifoglio rosso, agnocasto, damiana, inibisce l'ovulazione.
La Melatonina è utilizzata per alleviare i disturbi dovuti al cambio di fuso orario (sindrome da jet lag) migliorando l'adattabilita' dei propri ritmi biologici all'ora locale.
Studi clinici hanno confermato che livelli buoni di Melatonina nel flusso sanguigno durante le ore notturne, diminuiscono le possibilita' d'infarto e di morte improvvisa. Tale effetto è dovuto alla sua azione vasodilatatrice (contrasta i radicali liberi che inibiscono l'ossido nitrico) ed antiaggrecante piastrinica.
La Melatonina rafforza anche il nostro sistema immunitario (inibendo il cortisolo). Difatti durante il picco delle 2-3 di notte, è stato riscontrato un aumento significativo delle cellule del sistema immunitario. Risulta efficace contro i microbi, i virus e le cellule neoplastiche.
Alcuni ricecatori dell'Ospedale Oncologico di Milano hanno dimostrato l'attività inibitoria della melatonina, sulla crescita delle cellule tumorali del cancro alla prostata. Somministrata durante la chemio e la radioterapia, ha ridotto gli effetti collaterali, di solito devastanti.
Per dovere di cronaca va detto che il professor Di Bella, per primo indago' sull'azione antitumorale della melatonina ed infatti la inseri' nel suo protocollo di cura.
Come per ogni ormone, il peggior nemico nella diminuzione della melatonina è l'eta'. La ghiandola pineale con il passare degli anni tende a calcificarsi, causando già a 45 anni, circa il 50% di minor produzione di melatonina. Un altro nemico giurato dell'ormone melatonina è il cortisolo. Solo quando il cortisolo cala nel sangue a livelli basali, la ghiandola pineale puo' secernere la melatonina. Lo stress, i pensieri ricorrenti prima di dormire, impediscono l'attivazione della melatonina a dormire sonni profondi.
Per aumentare la produzione endogena di melatonina abbiamo bisogno di un aminoacido fondamentale il Triptofano (aminoacido essenziale). Se non lo assumiamo costantemente e soprattutto durante la cena, non potremmo produrre tale ormone per la notte. Cio' significa che dobbiamo inserire nella nostra alimentazione alimenti quali carne, pesce, noci, uova, e formaggi magri, cosi' da procurarci questo fondamentale aminoacido precursore della melatonina.
Un'altra via molto efficace è quella dell'assunzione esogena sotto forma di integratore di Melatonina. Si consiglia in tal senso di assumerli prima di coricarsi almeno 2 mg di Melatonina al di'. (Meglio se coniugata con glicina, adenosina, o zinco o selenio. In modo da aumentare anche il potere antiossidante e energetico nella formazione di ATP per aumentare l'energia nel mantenimento dei neuroni a livello centrale visto la liposolubilita' di questa molecola nel passare la barriera emato-encefalica).


Benessere Totale
Dr Fabrizio Marrone