sabato 13 giugno 2015

Cancro in Situ

Cancro in Situ: può auto guarirsi

Il potere del SISTEMA IMMUNITARIO : Aloe arborescens Padre Zago, Ascorbato di potassio, Papaia Fermentata, Succo di Noni e Colostro bovino, Reishi, Shitake, Erba di grano, Miele di Manuka, Camu-Camu, Shisandra, Cordiceps, Aswaganda. Melatonina, Rosa canina, Resveratrolo, Pino marittimo francese, Graviola, Artemisia , Olio di lino e Canapa, Omega 3 algale, uova di zebrafish, Curcuma, Cardo mariano, Clorella, Riso rosso fermentato, Serenoa Repens.
Nutrienti fondamentali da inserire a cicli nella nostra alimentazione per ripristinare i meccanismi di guarigione del proprio corpo per vivere meglio.
1) Potenziare il sistema immunitario ,
2) Equilibrio ormonale
3) Regolare i ritmi circadiani fisiologici alterati dovuti ad un'alimentazione raffinata, a stress cronico e al poco movimento.
Ricerca svizzera conferma: il cancro è naturale e può autoguarirsi. Diagnosi precoci e chemioterapia sono il vero problema
Risultati di autopsie eseguite in Svizzera su cadaveri di persone morte non per malattia – per esempio, in un incidente stradale – e il loro esito ha comprovato che molte di loro avevano uno o più tumori, ma non sapevano di averli. In questa specifica indagine è risultato qualcosa di sconvolgente:
Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) presentavano un tumore (in situ) al seno;
Il 48% degli uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla prostata;
Il 100% delle donne e uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla tiroide.
Con tumore in situ s’intende un tumore chiuso, chiuso nella sua capsula, non invasivo che può rimanere in questo stadio per molto tempo e anche regredire.
Che di tumore si può anche NON morire, lo conferma anche lo psicologo clinico e sociale Luigi De Marchi, autore di numerosi saggi conosciuti a livello internazionale: «Non è una rarità che, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle nostre valli più sperdute, ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale».
Esponendo i suoi dubbi sull’utilità delle diagnosi e delle terapie anti­tumorali, De Marchi afferma: «Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose negli ultimi decenni in tutto l’Occidente avanzato fosse solo un’illusione ottica, prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente? E se il tanto conclamato incremento della mortalità da cancro fosse solo il risultato sia dell’angoscia di morte prodotta dalle diagnosi precoci e dal clima terrorizzante degli ospedali, sia della debilitazione e intossicazione del paziente prodotte dalle terapie invasive, traumatizzanti e tossiche della Medicina ufficiale? Insomma, se fosse il risultato del blocco che l’angoscia della diagnosi e i danni delle terapie impongono ai processi naturali di regressione e guarigione dei tumori?».
Di certo, sappiamo che nel corso della vita è “normale“ sviluppare tumori, la stessa Medicina sa bene che sono migliaia le cellule tumorali prodotte ogni giorno dall’organismo. Queste, poi, vengono distrutte e/o fagocitate dal Sistema Immunitario, se l’organismo funziona correttamente.
Molti tumori possono addirittura regredire, se la nostra energia vitale risanatrice (la Vis Medicratix Naturae) è libera di agire.
Ma cosa succede al meccanismo vitale di autoguarigione, se dopo una diagnosi di cancro la vita viene letteralmente sconvolta dalla notizia del male? Succede che viene data forza alla malattia piuttosto che alla possibilità di guarigione. E siccome la Fisica Quantistica ci insegna che l’osservatore cambia l’osservato e che la nostra realtà dipende dalla “possibilità” che scegliamo all’interno del campo, ecco che il tumore ne esce rafforzato.
Inoltre, a livello biochimico, non bisogna dimenticarsi che la chemioterapia distrugge tutte le cellule che si duplicano velocemente, come quelle cancerose, ma anche come quelle del sistema immunitario. Ecco che quindi la chemio elimina sì le cellule malate, ma anche quelle che dovrebbero farci guarire. Infatti, nei migliori dei casi, la chemio potrà contrastare l’80% del tumore, e il restante 20% sarà debellato sempre e solo dal nostro organismo. Sottoporsi a una seduta di chemio non è quindi sempre così vantaggioso, soprattutto alla luce del fatto che oggi è risaputo che i chemioterapici sono loro stessi concausa nello sviluppo dei tumori.
Qualche esempio?
Una vasta ricerca condotta per 23 anni dal prof. Hardin B. Jones, fisiologo dell’Università della California, oltre a denunciare l’uso di statistiche falsate, provò che i malati di tumore che NON si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia) sopravvivono più a lungo o almeno quanto coloro che ricevono queste terapie.
Il prof. Jones ha dimostrato che le donne malate di cancro alla mammella che hanno rifiutato le terapie convenzionali hanno mostrato una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte alle cure complete. [Vedi anche Secondo uno studio shock le mammografie sono una crudele bufala medica]
Un’altra ricerca pubblicata su The Lancet del 13/12/1975 (che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi), dimostra che la vita media di quelli trattati con chemioterapia è stata di 75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di 120 giorni.
Con questo, non vogliamo spingervi a rifiutare di sottoporvi agli esami, agli screening e ai trattamenti oncologici ufficiali, ma intendiamo fornire semplicemente delle informazioni che normalmente vengono oscurate, e che invece potrebbero aiutare la scelta terapeutica di una persona.
Va sottolineato, infatti, che gli studi parlano di tumori “in situ”, cioé senza metastasi. Se il tumore è localizzato, il sistema immunitario del nostro corpo ha ancora tutte le risorse per poterlo controllare, farlo regredire o addirittura debellare del tutto. Questo perché le cellule impazzite del cancro sono semplicemente cellule che hanno ricevuto un errore informazionale e che, quindi, hanno smesso di funzionare correttamente. Dando loro le giuste informazioni, esse possono ristabilire la loro corretta funzionalità. La nostra forza vitale opera esattamente in questo modo: corregge gli errori informazionali che il nostro corpo riceve quando è sottoposto quotidianamente a diversi tipi di stress.


Benessere Totale,
Dott Fabrizio Marrone

mercoledì 29 aprile 2015

Boswellia

BOSWELLIA, PIANTA CHE CURA


Funzionalità articolare - Contrasta gli stati di tensione localizzati - Antinfiammatorio - Antiallergico - Azione diretta sull'intestino - Previene tumori.


Gli acidi boswellici, componenti attivi della Boswellia serrata, conosciuta anche come “Frankincense” o pianta dell’incenso, esplicano una forte azione antinfiammatoria. E' una resina originaria delle regioni subtropicali dell'Africa e dell'Arabia Saudita. In fitoterapia viene usato un estratto secco titolato in acidi boswellici al 65%.
Gli estratti di Boswellia sono potenti inibitori della sintesi dei leucotrieni, essendo inibitori specifici della 5-lipossigenasi. In particolare, agendo sulla 5-lipossigenasi con meccanismo diretto, non ossido-riduttivo e non competitivo gli acidi boswelici rappresentano l’unico composto ad oggi noto che agisca come regolatore allosterico dell’enzima.
Esperimenti in vitro hanno infatti evidenziato che inibiscono in maniera dose-dipendente la sintesi dei prodotti dell’enzima 5-lipossigenasi, quali l’acido 5-idrossieicosatetrenoico (5-HETE) e il leucotriene B4 (LTB4), responsabili della broncocostrizione, stimolazione della chemotassi ed incremento della permeabilità vascolare con conseguente formazione di edemi.
E’ stato inoltre osservato che gli acidi boswellici svolgono un’azione inibitoria nei confronti dell’elastasi leucocitaria umana (HLE), enzima in grado di stimolare la produzione di muco a livello dell’apparato respiratorio. Tale enzima sembra giocare un ruolo importante in patologie quali la fibrosi cistica polmonare, bronchite cronica e la cosiddetta “acute respiratory distress sindrome”.
Alcuni esperimenti in vitro hanno dimostrato che gli estratti di Boswellia, inibendo specificatamente ed in maniera dose-dipendente la sintesi di composti proinfiammatori come 5-HETE e LTB4 e di HLE, possono essere impiegati nel trattamento di patologie respiratorie caratterizzate da broncocostrizione, quali asma bronchiale, fibrosi cistica, bronchite cronica ed enfisema polmonare.
E' stato fatto uno studio clinico su 40 pazienti di entrambi i sessi con asma bronchiale, cui venivano somministrati per bocca 900 mg al giorno di estratto secco di Boswellia titolato al 65 % in acidi boswellici e un placebo per un periodo di 6 settimane. Nel gruppo trattato con Boswellia vi è stato un miglioramento clinicamente evidente, confermato anche dal miglioramento di una serie di esami, nel 70% dei soggetti, mentre nel gruppo di controllo i risultati positivi si avevano solo nel 20% dei soggetti.
L’impiego di acidi boswellici in patologie infiammatorie non produce gli effetti collaterali gastrolesivi tipici dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), poiché non agiscono sulla sintesi delle prostaglandine catalizzata dall’enzima ciclossigenasi.
Gli Acidi Boswellici, oltre ad esercitare un’azione antinfiammatoria non gastrolesiva grazie all’inibizione dell’enzima 5-lipossigenasi, sono attivi nel trattamento di diverse patologie.
Nella colite ulcerosa i leucotrieni giocano un ruolo importante a livello intestinale mantenendo attivo il processo infiammatorio.
Azione sull'intestino: è stato fatto uno studio clinico su pazienti con retto
colite ulcerosa ai quali veniva somministrata per bocca una dose di 350mg due volte al di' di estratto secco di Boswellia titolato al 65% in acidi boswellici per 6 settimane. La valutazione era fatta su una serie di esami eseguiti sia prima della terapia sia al termine della stessa.
Un gruppo di pazienti con la stessa patologia che riceveva per bocca 1g al giorno di sulfalazina serviva come controllo. Al termine della sperimentazione il miglioramento dei parametri esaminati era in media dell'82% con la Boswellia e del 70 % con la sulfalazina. Inoltre la Boswellia non presenta nessuno effetto collaterale tipico dei farmaci.
Recentemente ulteriori studi hanno confermato l’efficacia di estratti di Boswellia serrata, sulla remissione dei sintomi in tale patologia.
E’ stato dimostrato che diversi metaboliti dell’acido arachidonico, come ad esempio 5-HETE, favoriscono la crescita in vitro di alcune linee cellulari tumorali, quali la leucemia mieloide cronica, il melanoma, altri tipi di leucemie, di meningiomi e di gliomi maligni. Alcuni studi in vivo hanno mostrato la capacità di vari inibitori della 5-lipossigenasi di impedire la crescita tumorale mediante induzione dell’apoptosi cellulare.
Essendo gli acidi boswellici degli inibitori selettivi di questo enzima, queste osservazioni supportano il loro possibile impiego antitumorale.


Benessere Totale,
Dr Fabrizio Marrone

Benessere Totale

LE STRADE CHE PORTANO AL BENESSERE TOTALE


1) Potenziare il sistema immunitario
2) Diminuire la tossicità
3) Normalizzare la funzione infiammatoria...
4) Ottimizzare la funzione metabolica
5) Equilibrare i sistemi di regolazione ormonale
6) Favorire la rigenerazione
7) Vivere in armonia con la forza vitale e spirituale



Ognuno di noi è il miglior medico di se stesso, si tratta solo di imparare a mettere in pratica quel che sappiamo. Capendo come funziona il nostro corpo e imparando ad ascoltare i sintomi possiamo migliorare radicalmente le nostre condizioni di salute e, quando ci ammaliamo, possiamo utilizzare terapie naturali e metodi di autocura per ritrovarla. Prendendo personalmente il controllo sulla nostra salute possiamo appoggiarci agli operatori della medicina ufficiale come consulenti, anziché affidare loro ciecamente il nostro corpo.
Potenziando i meccanismi di mantenimento della salute possiamo aumentare la nostra resistenza e metterci in condizioni di vivere e muoverci meglio in un ambiente sempre piu' stressante.
I due apparati organici piu' importanti sono il sistema immunitario e quello di detossicazione ed è di come mantenere attivo o rendere piu' reattivo il sistema immunitario e di come assicurarsi l'eliminazione piu' rapida ed efficace possibile delle tossine . Quando un sistema si squilibra, per ripristinare le funzioni ci vuole un controllo attento e rigoroso. Il corpo ha una capacita' considerevole di guarire se stesso.
Principio 1 : Fa che il cibo sia la tua medicina
Principio 2: Ricorda e credi nel potere curativo della natura
Principio 3 : Identificare e curare la causa della malattia non i sintomi


Benessere Totale,
Dr Fabrizio Marrone

Parkinson

MANTENERE LA FUNZIONALITA' MENTALE E NEUROLOGICA NELLA MALATTIA DI PARKINSON


MUKUNA PRURIENS- TRIBULUS TERRESTRIS- GINKGO BILOBA

In medicina Ayurvedica la carenza di dopamina è responsabile della perdita di controllo dei movimenti del corpo. La forma naturale sarebbe tollerata meglio di quella sintetica. L’aumento della dopamina cerebrale favorisce il recupero degli impulsi e diminuisce quindi la rigidità muscolare e i tremiti. È stata a lungo utilizzata la Mukuna come afrodisiaco e soprattutto contro i disturbi erettili, e questo può essere spiegato dall’aumento del tasso di ormoni steroidei. La medicina Ayurvedica è il sistema medico tradizionale più antico del mondo ed è il solo fondato su principi scientifici. Il primo impiego dell'erba mukuna in medicina ayurvedica risale a più di 4500 anni. Infatti, mukuna pruriens ha certamente un profilo biochimico affascinante e contiene una multitudine di principi attivi interessanti. Tra gli altri impieghi in medicina ayurvedica: ristabilire la libido ad un livello soddisfacente (combinato al tribulus terrestris) accrescendo il livello di testosterone, nei casi di sterilità maschile e femminile(accresce degli spermatozoi e favorisce l’ovulazione), per migliorare la vivacità di spirito, il coordinamento motorio e lottare contro le apatie. In uno studio sul morbo di Parkinson, a parità di principio attivo, un’estratto di mucuna pruriens si è rivelato da 2 a 3 volte superiore alla L-dopa sintetica, suggerendo che è il profilo biochimico globale dell’erba, e non solo il principio attivo, ad accrescere la sua efficacia sui sintomi della malattia. Altri studi hanno evidenziato che i benefici neurologici si ottengono con una ottima tolleranza ed una quasi assenza di effetti secondari, contrariamente a ciò che capita con la l-dopa di sintesi. La somministrazione concomitante di un estratto di erba tribulus terrestris è tale da accrescere la quantità di L-dopa che raggiunge il cervello (il tribulus contiene un inibitore della monoamminossidasi , un’ enzima che degrada la dopamina).
Molti studi dimostrano che l'estratto di Ginkgo biloba aumenta notevolmente l'afflusso di sangue al cervello, con conseguente regressione dell'insufficienza vascolare cerebrale che spesso si riscontra negli anziani. Inoltre il suo effetto antiaggregante offre un ulteriore protezione contro la trombosi, una delle principali cause di ictus. Di particolare interesse è la capacità dell'estratto secco di ginkgo biloba di normalizzare la circolazione nell'ippocampo e nel corpo striato, le due aree del cervello piu' soggette a trombosi. Piu' specificamente il ginkgo migliora la respirazione mitocondriale, diminuisce l'edema cerebrale, migliora la funzionalita' delle membrane cellulari, stabilizza le membrane lisosomiali in maniera che non rilascino gli enzimi digestivi che distruggono le cellule durante l'ipossia e inibisce l'azione di enzimi eventualmente rilasciati dai lisosomi. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che l'uso combinato di ginkgo biloba con levodopa è consigliabile per il trattamento del morbo di Parkinson e puo' essere migliore dell'uso della sola levodopa.
E' dimostrato che il Ginkgo migliora le prestazioni mentali degli anziani e il senso dell'equilibrio, la memoria a breve termine, le vertigini, le cefalee, gli acufeni,
la mancanza di attenzione, e la depressione.
Essendo un antiaggregante piastrinico attenzione se si utilizzano farmaci anticoagulanti.

Benessere Totale,
Dr Fabrizio Marrone

mercoledì 8 aprile 2015

La Melatonina

La Melatonina è una molecola naturale prodotta dalla ghiandola pineale (epifisi), allocata nell'encefalo, a forma di pigna 5/9 millimetri di altezza. E' una molecola antichissima, la sua evoluzione risale a 3 miliardi di anni fa. E' presente in qualsiasi organismo animale o vegetale, nella stessa struttura molecolare e regola il ritmo circadiano (l'alternarsi del giorno e della notte inducono variazioni dei parametri vitali). La sua funzione principale è quella di regolare la presenza degli altri ormoni (cortisolo, Gh, testosterone, ecc.) rendendo possibile il fenomeno della riparazione tessutale del nostro corpo.
La Melatonina accompagna il nostro sonno nella fase REM, quello profondo, inibisce il cortisolo ormone dello stress e stimola la produzione dell'ormone Gh e del testosterone. Senza tale azione il nostro corpo perderebbe la sua funzione di riparazione, compresa quella cellulare e del Dna che subisce 10.000 insulti al giorno, da parte dei "radicali liberi ".
La Melatonina infatti è un potente antiossidante con azione scavenger (pulizia) nei confronti dei radicali liberi, piu' efficace della vitamina C, E, e del Beta-carotene. La sua azione protettiva è rivolta alle membrane cellulari, alle lipoproteine LDL contro l'ossidazione alle cellule dell'endotelio arterioso, ai neuroni celebrali contro l'ischemia.
La Melatonina è utilizzata per migliorare i sintomi della menopausa. Difatti in associazione con il progesterone, o soia, o trifoglio rosso, agnocasto, damiana, inibisce l'ovulazione.
La Melatonina è utilizzata per alleviare i disturbi dovuti al cambio di fuso orario (sindrome da jet lag) migliorando l'adattabilita' dei propri ritmi biologici all'ora locale.
Studi clinici hanno confermato che livelli buoni di Melatonina nel flusso sanguigno durante le ore notturne, diminuiscono le possibilita' d'infarto e di morte improvvisa. Tale effetto è dovuto alla sua azione vasodilatatrice (contrasta i radicali liberi che inibiscono l'ossido nitrico) ed antiaggrecante piastrinica.
La Melatonina rafforza anche il nostro sistema immunitario (inibendo il cortisolo). Difatti durante il picco delle 2-3 di notte, è stato riscontrato un aumento significativo delle cellule del sistema immunitario. Risulta efficace contro i microbi, i virus e le cellule neoplastiche.
Alcuni ricecatori dell'Ospedale Oncologico di Milano hanno dimostrato l'attività inibitoria della melatonina, sulla crescita delle cellule tumorali del cancro alla prostata. Somministrata durante la chemio e la radioterapia, ha ridotto gli effetti collaterali, di solito devastanti.
Per dovere di cronaca va detto che il professor Di Bella, per primo indago' sull'azione antitumorale della melatonina ed infatti la inseri' nel suo protocollo di cura.
Come per ogni ormone, il peggior nemico nella diminuzione della melatonina è l'eta'. La ghiandola pineale con il passare degli anni tende a calcificarsi, causando già a 45 anni, circa il 50% di minor produzione di melatonina. Un altro nemico giurato dell'ormone melatonina è il cortisolo. Solo quando il cortisolo cala nel sangue a livelli basali, la ghiandola pineale puo' secernere la melatonina. Lo stress, i pensieri ricorrenti prima di dormire, impediscono l'attivazione della melatonina a dormire sonni profondi.
Per aumentare la produzione endogena di melatonina abbiamo bisogno di un aminoacido fondamentale il Triptofano (aminoacido essenziale). Se non lo assumiamo costantemente e soprattutto durante la cena, non potremmo produrre tale ormone per la notte. Cio' significa che dobbiamo inserire nella nostra alimentazione alimenti quali carne, pesce, noci, uova, e formaggi magri, cosi' da procurarci questo fondamentale aminoacido precursore della melatonina.
Un'altra via molto efficace è quella dell'assunzione esogena sotto forma di integratore di Melatonina. Si consiglia in tal senso di assumerli prima di coricarsi almeno 2 mg di Melatonina al di'. (Meglio se coniugata con glicina, adenosina, o zinco o selenio. In modo da aumentare anche il potere antiossidante e energetico nella formazione di ATP per aumentare l'energia nel mantenimento dei neuroni a livello centrale visto la liposolubilita' di questa molecola nel passare la barriera emato-encefalica).


Benessere Totale
Dr Fabrizio Marrone

venerdì 20 marzo 2015

Proteggere il Fegato dall'accumulo di grassi e consumo di Alcol

Il primo passo per proteggere il fegato dall'infiltrazione dei grassi riguarda l'alimentazione e consiste nel diminuire il consumo di grassi saturi (i quali aumentano il rischio di infiltrazione grassa e l'accumulo di bile nel fegato e nella cistifellea) e nell'aumentare la quantita' di fibra alimentari, soprattutto di tipo idrosolubile (inulina e fos) che favoriscono la secrezione biliare. E' bene inoltre limitare il consumo di alcol, che in quantita' eccessive favorisce l'accumulo di grassi nel fegato. Il passo successivo consiste nell'assumere una quantita' sufficiente di fattori lipotropi , di cui il fegato ha bisogno per metabolizzare tossine, altri metaboliti e acidi grassi. I fattori lipotropi sono particolarmente indicati per le donne che prendono contraccettivi orali o in gravidanza e per chiunque sia a contatto con sostanze tossiche. Sostanze utilizzate come agenti lipotropi ricordiamo colina, metionina, betaina, acido folico, carnitina, vitamina b12 . Uno degli integratori migliori per proteggere il fegato dalle tossine, in particolare l'alcol, è la CARNITINA.
La carnitina è una sostanza analoga alle vitamine che il nostro corpo ricava dall'alimentazione pero' si trova quai esclusivamente nella carne oppure sintetizzata a partire da due aminoacidi, lisina e metionina, con l'aiuto di vitamina C, ferro, niacina, e vitamina b6.

Dal momento che normalmente facilita la trasformazione degli acidi grassi in energia, in caso di consumo di alcol, dieta molto grassa o esposizione a sostanze tossiche quindi sempre pensiamo ad pesticiti, diserbati,benzoato di sodio conservante, la carnitina deve quindi essere presente in abbondanza nel fegato per far fronte alla maggior quantita' di acidi grassi che vi si accumula. La somministrazione di carnitina aminoacido fisiologico e' una delle poche terapie in grado di far regredire significativamente le epatopatie dovute all'alcol. 

Posologia: 500 mg di carnitina una vota al di lontano dai pasti.


Benessere Totale

Dr. Fabrizio Marrone.

giovedì 19 marzo 2015

Il Ruolo dell'Intestino nel Cancro

Un intestino sano e' molto importante per determinare il rischio tumorale. Molte ricerche recenti hanno dimostrato per esempio che esiste un legame fra tossine nell'intestino e tumore mammario. Gli acidi biliari, fra cui l'acido litocolico, notoriamente cancerogeno, sono presenti nell'intestino in concentrazioni 100 volte superiori rispetto al sangue.
Normalmente vengono assorbiti dalle fibre ed eliminati ma, visto la nostra alimentazione su...per raffinata priva di fibre, minerali, e vitamine, nel nostro intestino si crea una disbiosi dove aumentano i batteri nocivi( che aumentano la produzione di acidi biliari patogeni), i livelli di questa sostanza cancerogena aumentano.
Una cura a base di lattobacilli acidophilus e acido caprilico un acido grasso largamente diffuso nei grassi animali e vegetali. Puo' aiutare a inibire i batteri tossici e riducono la produzione di acidi biliari tossici. E, naturalmente, è essenziale mangiare molte fibre.
Prebiotiche come L'inulina ricca nella cicoria e tarassaco.

 Benessere Totale.

 Dr. Fabrizio Marrone

lunedì 9 febbraio 2015

Nuovi riscontri scientifici sull'Alga Clorella

La Clorella e' un'alga unicellulare del tipo delle Chlorophytae sono la parte preponderante del Fitoplacton.
La Clorella e' ricca in proteine e contiene, inoltre, clorofilla, carotenoidi(asta, canta, flavo, neo, violaxantina) xantofilla ed echinenone.
Si ritiene che la clorella possa esercitare attivita' anticancerogene, immunomodulatorie, ipolipidemizzanti, di protezione gastrica e di detossificazione. Gli estratti ricchi di gl...icoproteina della clorella hanno dimostrato una attivita' antitumorale verso metastasi spontanee. Questi estratti potrebbero potenziare lo stato immune tramite l'incremento della migrazione dei linfociti T verso le cellule tumorali. Dimostrata la sua attivita' chelante verso metalli pesanti, e radicali liberi. Inoltre nel ratto e' stato dimostrato come questa alga promuove l'escrezione di diossina !
Vi sono dati, in particolare nell'animale , circa i suoi effetti antitumorali. Un estratto di glicoproteina di clorella ha esercitato un effetto antitumorale pronunciato in topi con metastasi spontanee e indotte sperimentalmente. L'incremento della attivita' immunitaria appare cruciale per l'esplicarsi di tali effetti in particolare l'attivazione delle cellule T a livello dei linfonodi periferici. La Clorella si e' dimostrata in grado di proteggere contro i danni da radiazioni e contro i farmaci, come il 5-fluorouracile. In un recente studio clinico, alcuni pazienti affetti da fibromialgia hanno ricevuto benefici significativi dall'assunzione di 10g al di' di clorella. Non ha effetti collaterali ma ad alte dosi cautela nei soggetti che assumono anticoagulanti visto la su elevata concentrazione di Vitamina K.

mercoledì 28 gennaio 2015

Alimentazione

Questi semplici consigli non vogliono essere una dieta personale, che solo il medico dietologo può prescrivere, ma solo un esempio di alimentazione e di uno stile di vita naturale che molti studiosi, medici , nutrizionisti consigliano e sono il frutto di 35 anni di esperienza e di aggiornamenti continui e di corsi frequentati personalmente, sull’alimentazione, sugli integratori e su tutte le terapie naturali seguite anch’esse, personalmente.
Questi consigli li proponiamo come servizio gratuito ai nostri clienti.


La nostra buona salute dipende da diversi fattori :


Alimentazione:
Un fattore molto importante per mantenerci in salute è quello di risparmiare l’insulina scegliendo alimenti con basso carico glicemico, soprattutto dopo le 16  (vedi tabella allegata).


L’insulina è un ormone che viene rilasciato dal pancreas: la sua funzione è quella di tenere il glucosio (uno zucchero semplice) nel sangue ad un livello ottimale.
Infatti se nel sangue il livello di glucosio si alza, come per esempio dopo un pasto carico di carboidrati, il pancreas libera insulina per abbassare il livello di glucosio che altrimenti sarebbe dannoso per i nostri tessuti ed il nostro cervello.
Più l’insulina si alza con gli alimenti, più si genera infiammazione, con conseguente aumento di malattie cardiovascolari (ictus, infarto, ipertensione), aumento di peso, del colesterolo , trigliceridi, obesità, dolori, stress ossidativo e diabete.


Per ridurre la secrezione dell’insulina e di conseguenza ridurre l’infiammazione possiamo :
Utilizzare cibi a basso carico  glicemico;
Utilizzare: vitamina C sublinguale, omega 3, acido lipoico, cannella, cromo, momordica,  pino marittimo,
che il vostro medico o farmacista vi può consigliare, e bere acqua alcalina ionizzata.


Un altro fattore importante per rimanere in salute, prevenire le molte malattie e rallentare l’invecchiamento è l’equilibrio acido-base: la nostra salute ed il processo di invecchiamento dipendono anche delle quantità di scorie acide che il nostro corpo deve eliminare: per questa ragione è importante preferire alimenti con PRAL (Carico Acido Potenziale Renale) negativo, quali la frutta e la verdura
Un’eccessiva  acidificazione, spesso correlata da una insufficiente assunzione di acqua, ed allo stress, è alla base delle molte patologie che più ci colpiscono ai nostri giorni: ipertensione,  aterosclerosi, colesterolo, stanchezza, mal di testa, acidita’ di stomaco, disturbi digestivi, diarrea, stitichezza , mal di schiena, dolori e rigidita’ muscolari, reumatismi, artrite, artrosi, allergie, eczemi, asma, accumulo di concentrazione, dolori vari, gotta, candida.

lunedì 26 gennaio 2015

Stress Cronico

                            Stress Cronico


   Noradrenalina                             Cortisolo
     Adrenalina                                   


Fattori di Crescita                      Disregolazione                              
   VEGF - MMP                           Immunitaria
                                                    (TH2 - TH17)


   Proliferazione              Fallimento           Infiammazione
                                      sorveglianza


       AUMENTO DEL RISCHIO                METASTASI
                  DI CANCRO




I possibili meccanismi con cui lo stress cronico incrementa il rischio di cancro e di metastasi.
Un incremento della produzione di neurotrasmettitori e ormoni dello stress può causare, da un lato, un aumento della segnalazione di proliferazione cellulare, mediata dall'incremento dei fattori di crescita indotto, in particolare, dalle catecolamine (noradrenalina e adrenalina) e, dall'altro lato, con l'aumento del cortisolo, può causare una disregolazione della risposta immunitaria con aumento delle attività di TH2 e TH17, che risultano essere inadatti a distruggere le cellule maligne. Anzi, lo sbilanciamento della risposta immunitaria verso il TH2-TH17 causa un'infiammazione inefficace che porta allo sviluppo delle metastasi, che, come è noto, di regola sono (esse, non il tumore primitivo) la causa della morte.


eu-stress
Ristabilire il fisiologico tono dell'umore con piante medicinali antistress
Quantitativi per dose giornaliera di 5 capsule:
Arginina 580 mg, Rodiola radice E.S. 210 mg pari a 2,1 mg di salidroside, Ashwagandha radice E.S. 210 mg pari a 5,25 di withanolidi ed a 4,2 mg di withanina e withanina, Alga Klamath tallo 160 mg, Magnesio 160 mg (42% della RDA).